Il giocatore, di Fëdor Dostoevskij
Il giocatore, di Fëdor Dostoevskij
"È curioso e ridicolo quante cose a volte possa esprimere lo sguardo di un uomo pudibondo e morbosamente casto, preso d'amore, nel preciso momento in cui questo stesso uomo sarebbe sicuramente lieto di sprofondare sotto terra, pur di non dire o manifestare alcunché, con la parola o con lo sguardo."
"<<So che in vostra presenza devo assolutamnte parlare, parlare, parlare: e io parlo. Tutto il mio amor proprio davanti a voi lo perdo, e non m'interessa niente>>"
"Sì, ci sono momenti in cui l'idea più assurda, l'idea apparentemente più irrealizzabile ti si ficca nel cervello con una forza tale che tu finisci per accettarla come un qualcosa di praticabile... Di più: se a quest'idea si unisce un desiderio violento e appassionato, allora finisci per accettarla come un qualcosa di fatale, di necessario, di predestinato, come un qualcosa che non può non accadere nella realtà!"