Carta da schizzo e carta da lucido
guida pratica per non sbagliare foglio (di nuovo)
Carta da schizzo e carta da lucido
guida pratica per non sbagliare foglio (di nuovo)
La storia comincia sempre così: il professore di progettazione, alla fine della prima lezione, butta lì con estrema naturalezza un «Per la prossima volta portate le prime idee di progetto schizzate su carta svedese».
E tu, puntualmente, ti chiedi che cosa diavolo significhi.
Carta… svedese?
Una carta prodotta in Svezia? Una carta riservata agli studenti del politecnico di Stoccolma? Una carta che profuma di abeti e design nordico?
Cerchi su Amazon ma non trovi niente con l'esatta denominazione "carta svedese".
Per sicurezza vai in cartoleria. Ti avvicini al banco, cerchi di sembrare competente, e chiedi:
«Buongiorno, avete la… carta svedese?»
Il commesso ti guarda come se gli avessi chiesto dell’uranio. Allora, per non sembrare impreparato, correggi:
«Eh, cioè… carta da schizzo.»
Piccolo problema: anche la “carta da schizzo”, a volte, non chiarisce nulla.
Allora giochi il jolly e provi con un più rassicurante:
«Carta da lucido?»
A quel punto il commesso si illumina, scompare per un attimo e torna con un foglio (o nel peggiore dei casi con un rotolo) talmente rigido e pesante che potresti usarlo come scudo medievale, una carta che non assorbe l’inchiostro neanche sotto tortura, e con una patina talmente spessa che la matita sfuma spontaneamente appena la sfiori con lo sguardo.
È in quel momento esatto che capisci di essere entrato nel meraviglioso rabbit hole delle carte traslucide e che serve davvero una guida per distinguere carta da schizzo, carta svedese e carta da lucido senza uscire dal negozio con l’oggetto sbagliato.
Carta svedese: origine e significato del termine
Il termine “carta svedese” non nasce nell’architettura, e non ha nulla a che vedere con fogli prodotti in Scandinavia per misteriosi usi progettuali nordici.
La sua origine proviene dal mondo della sartoria e della modellistica, dove Swedish Tracing Paper indica una carta:
molto sottile (circa 20/30 gsm),
semi-trasparente,
estremamente resistenze nonostante la leggerezza.
È utilizzata per ricalcare modelli e tracciare prototipi. Alcune versioni includono fibre lunghe e robuste (come l’abacá), che le conferiscono un’elevata stabilità meccanica.
Come è arrivata in architettura?
Molto semplicemente, è entrata nelle cartolerie tecniche come carta da schizzo di qualità, e studenti e docenti hanno iniziato a identificarla con il nome commerciale più diffuso. Col tempo, “carta svedese” è diventato sinonimo di carta da schizzo sottilissima, traslucida e assorbente, fino a diventare parte del linguaggio dei corsi di progettazione.
Differenza tra carta da schizzo e carta da lucido
Nonostante entrambe siano traslucide, nascono per funzioni completamente diverse.
Grammatura: 23-26 g/mq o gsm,
Struttura: semi-trasparente, non completamente trasparente,
Superficie: leggermente ruvida, non plastica,
Assorbenza: ottima, ideale per matite pesanti, inchiostri e pennarelli.
Grammatura: >50 g/mq,
Trasparenza: quasi totale, effetto vetro,
Superficie: liscia, rigida, satinata o plastificata,
Assorbenza: quasi nulla.
Esempio di carta da schizzo:
Per finire, se dopo questa panoramica ti stai ancora chiedendo “ok, ma quale compro?”, niente panico: ecco un esempio di carta da schizzo per iniziare a lavorare bene fin da subito.
Rotolo di carta da schizzo 26 gsm 30cmx50m – Link Amazon: https://www.amazon.it/dp/B0DPH4H576?ref=ppx_yo2ov_dt_b_fed_asin_title